Che cos’è la pesca sportiva di Nautica Editrice il 21 Ago 2016 Per il grande pubblico la pesca viene identificata con il classico pescatore che prima dell’alba va a ritirare le reti calate la sera prima. Questa concezione biblica, da anni ha lasciato il posto a sistemi tecnologicamente avanzati per l’individuazione e la circuizione di grandi banchi di pesce. I pescatori professionisti italiani, sono tra i più bravi ed attrezzati del mondo, con il risultato ovvio, di una sempre maggiore povertà delle acque che bagnano il nostro paese. La pesca sportiva non si differenzia da quella professionale soltanto per le attrezzature o per la non commercializzazione del pescato, si differenzia perché è uno sport (anche se non nel senso classico della parola) ed in qust’ottica va vista e vissuta. Nella maggior parte delle discipline sportive, due o più atleti si misurano in concorrenza tra loro per ottenere un risultato vittorioso sull’avversario, ma se noi escludiamo le gare di pesca dove gli equipaggi o i singoli mettono a confronto la propria preparazione tecnica, la pesca vede come avversario il pesce. Questo piccolo particolare viene spesso dimenticato e soprattutto i pescatori alle prime armi, vedono come proprio avversario l’equipaggio che sta pescando nelle loro vicinanze o il più accreditato pescatore del porto, che va battuto a tutti i costi per dimostrare di essere più bravi. La pesca sportiva non è esattamente questo, è una filosofia di vita che deve avere come fine un buon rapporto con il mare e soprattutto con i suoi abitanti. Chi comincia a pescare è portato ad esercitare qualsiasi sotterfugio possibile per riuscire ad ingannare qualche pesce, qualche volta questo può contribuire ad affinare l’astuzia e la tecnica, ma qualche volta può portare ad una mentalità sbagliata che potrebbe creare un’immagine totalmente falsata della pesca sportiva. Il fine di arrivare ad un risultato deve essere raggiunto facendo collimare tutti i tasselli di un mosaico, che già da solo basta ad essere affascinante e molto spesso a creare un atmosfera soddisfacente. La preparazione delle attrezzature, lo studio e le prove dei nodi, la ricerca dell’ esca più adatta, scoprire nuove secche e tutto quello che contorna una giornata di pesca, devono diventare dei rituali, che portano oltre alla ricerca della preda, a godere di una giornata di mare che potrebbe essere unica ed indimenticabile. Proviamo ad immaginare cosa sia una giornata in mezzo al mare con le prima luci dell’alba, che spuntano all’orizzonte e quel rumore dell’acqua che sbatte sotto la chiglia della barca. Proviamo ora a pensare alle canne nei portacanne, leggermente flesse che trascinano in profondità due esche artificiali. L’attesa è carica di sapori, odori e sensazioni, ma ecco che succede qualche cosa, un rumore ininterrotto rompe il silenzio, è un pesce che ha attaccato l’esca. Tutti i nostri sforzi si ripagano in pochi secondi, il trucco ha funzionato e dall’ altra parte del filo c’è l’aspettata preda. Inizia il recupero (più comunemente detto combattimento) pieno di emozione e di incertezza, ma è proprio questo il grande gioco. Il vero pescatore sportivo non deve prendersi troppi vantaggi, bisogna dare il massimo delle possibilità al pesce di salvarsi, ma sempre tenendo conto dei limiti delle proprie possibilità. E’ giusto usare monofili ultra sottili ed avere un basso rapporto tra carico di rotura della lenza e peso del pesce, ma è anche ingiusto lasciare dei pesci con il terminale e magari un artificiale in bocca. Bisogna quindi conoscere il limite della propria abilità, fare in modo da equilibrare la cattura e cercare di migliorare sempre la propria prestazione, fino ad arrivare alla più completa maturità che può portare addirittura alla liberazione della preda dopo l’avvenuta “sconfitta”. Tutto questo non può essere identificato con la semplice cattura di pesce, tutto questo è molto di più, è la pesca sportiva. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!