Navigare con la Nebbia di Nautica Editrice il 10 Lug 2016 Ci siamo posti il problema della nebbia in mare, per caso, per averlo vissuto dal vivo sulla nostra pelle nel corso dell’estate 1993 durante la percorrenza dell’itinerario Nautica Italia Europa da Livorno a Palermo. Nella zona compresa fra Anzio, San Felice Circeo e Ponza la nebbia in estate con tempo buono non è un evento straordinario, bensì comune. Così come nello Stretto di Sicilia fra Mazara del Vallo, Marsala e Pantelleria. Certe volte sembra che anche Capraia e dintorni offrano la medesima caratteristica. Comunque il nostro problema è quello di allertare nonché invitare ad attrezzarsi coloro che affronteranno il mare perché non siano impreparati. Il problema nebbia per una barca a vela piccolo-media lo si può affrontare sotto due aspetti: 1) evidenziare al massimo la nostra presenza sullo schermo radar delle navi in transito nella zona; 2) emettere suoni a mezzo avvisatori acustici tanto potenti da farsi sentire dalle barche situate nelle vicinanze. Per il resto non rimane che pregare e raccomandarsi alla Madonna protettrice dei naviganti chiedendo due grazie, in quest’ordine: a) di non trovare nebbia fitta sul nostro percorso; b) di non farci venire addosso nessuno né di andare noi a sbattere contro qualcuno. Va detto, infatti, che la componente imponderabile, o fortuna, navigando nella nebbia fitta, gioca un suo ruolo. L’unica forma di razionalizzazione possibile è quella di fermarsi immediatamente non appena si incappa in un banco di nebbia. Procedendo così: dal momento in cui si entra nella nebbia, si procede ad una rilevazione della rotta seguita in bussola. Quindi si passa ad issare (se già non è a suo posto in permanenza) il riflettore radar e si estrae il corno da nebbia o avvisatore acustico, iniziando subito ad emettere i suoni come indicato nel box (norme Colreg 1972). Si procede esattamente nella rotta rilevata all’inizio del banco per alcuni minuti, al massimo cinque. Se al termine del tempo massimo prestabilito il banco non è scomparso e la visibilità tornata regolare, si aggiungono o si sottraggono 180° alla rotta seguita e si torna indietro, fino a ritornare nella zona di visibilità, a margine del banco. Ovvero il punto da cui siamo entrati nella nebbia. E lì, o comunque nei pressi, cioè in zona di visibilità sufficiente ad evitare eventuali navi o barche veloci in navigazione, vi restiamo in attesa che il banco si dissolva. Attenzione: non con la barca ferma, bensì in grado di manovrare all’arrivo di un’eventuale unità, anche veloce (i matti ci sono). Siamo in estate, in Mediterraneo, generalmente il banco svanisce nelle ore centrali della giornata, dissolto dal sole e dalla brezza. Altrimenti occorre avere il coraggio di puntare verso il primo porto della costa, raggiungibile senza nebbia, e lì attendere condizioni migliori. Per quanto vi atteniate scrupolosamente alle dotazioni e ai comportamenti qui indicati, ricordate che la navigazione nella nebbia, se possibile, è sempre meglio evitarla. Sommario AVVISATORI ACUSTICI MARCONORMATIVA VIGENTELE PROVE PRATICHE EFFETTUATE SULLE TRE TROMBE MARCORIFLETTORE RADARREGOLE PER PREVENIRE GLI ABBORDI IN MARERegola n. 1 – ApplicazioneRegola n. 2 – ResponsabilitàRegola n. 32 – DefinizioniRegola n. 33 – Apparecchiature per i segnali sonoriRegola n. 34 – Segnali di manovra e di avvertimentoRegola n. 35 – Segnali sonori in condizioni di visibilità ridottaRegola n. 36 – Segnali per attirare l’attenzioneRegola n. 37 – Segnali di pericolo e bisogno di soccorsoCONCLUDENDO AVVISATORI ACUSTICI MARCO La ditta Marco di Castenedolo (Brescia, Via Mameli 28, tel. 030/2130570) produce tre tipi di avvisatori acustici a gas compresso: Dispositivo sonoro portatile con omologazione R.I.Na., ammesso in sostituzione della campana sulle imbarcazioni da diporto di lunghezza compresa tra i 12 e i 50 metri, capacità 750 ml (gas ecologico HFA), dimensioni: diametro mm 195 x h mm 330, peso g 900, cornetto in plastica, base con fondello in acciaio inox. Sul cappuccio in plastica nera del fondello è stampigliato: “TPAR 176 DGM 10419 KA Marco – Made in Italy”; al pubblico costa circa 76.500 lire. Tromba a mano (senza alcuna omologazione, sono le trombe che vengono usate soprattutto negli stadi), capacità 300 ml (gas ecologico HFA), dimensioni: diametro mm 64 x h mm 230, peso g 390 circa, cornetto in plastica, base con fondello in acciaio comune (non inox); sul cappuccio in plastica nera del fondello non è stampigliato alcunché, né numeri né parole; al pubblico costa circa lire 11.650, un ricambio lire 6.800. Nei primi mesi del 1994 è entrata in produzione una nuova tromba a mano, apparentemente uguale a quelle del tipo 2, però con questa differenza: la base con fondello (del cornetto in plastica) è in acciaio inox e sul cappuccio in plastica rossa del fondello è stampigliato: “Serie 94 LPS 100 db Marco – Conforme DM 421/90”; al pubblico costa circa lire 15.000, sempre lire 6.800 il ricambio. Nel corso delle prove che abbiamo effettuato nella camera insonorizzata della ditta Marco a Castenedolo, tutte e tre le trombe di cui sopra hanno prodotto un suono di intensità pari a 115 db. La prova è stata compiuta rispettando le prescrizioni indicate nel DM 5/9/1990 n. 421 all’allegato 2, punto 2, lettera a): “il dispositivo sonoro portatile deve produrre un livello di pressione sonora di non meno di 100 db alla distanza di un metro dal dispositivo stesso”. Ne deriva che ai fini dell’intensità sonora una tromba vale l’altra. Però va detto che la tromba di cui al punto 2), quella col fondello in acciaio comune, non è conforme al citato DM 421/90, in quanto lo stesso DM all’allegato 2, punto, 2, lettera B dice che ai fini della “costruzione” “il dispositivo sonoro portatile deve essere costruito con materiale resistente alla corrosione in ambiente marino”. In pratica: acciaio inox e plastica, come è appunto la tromba 3), oltre naturalmente la 1) omologata R.I.Na. Però va anche detto che mentre la tromba 1) omologata R.I.Na. costa 76.500 lire per 750 g di gas HFA (lire 102 al g), la tromba 3), di tipo conforme al DM 421/90 costa lire 15.000 per 300 g di gas HFA (lire 50 al g): come dire la metà esatta. Quindi basterà munirsi di una o più bombole di scorta per assicurarsi la necessaria autonomia, ma è evidente la maggiore convenienza ad usare la tromba 3), che, come abbiamo prima visto, è con fondale inox conforme alla normativa e quindi praticamente affidabile come quella 1). Ma dotandoci di più bombole di scorta, peraltro di costo modesto, (come abbiamo visto ogni bombola ha un prezzo di 6.800 lire) a nostro avviso aumenta la sicurezza, e di molto, oltre naturalmente l’autonomia. Infatti, se al momento dell’uso una bombola risultasse scarica per fuoriuscita accidentale del gas (può avvenire, anzi avviene), basterà sostituirla con un’altra. Ma se abbiamo una sola bombola, anche grande, ma scarica, la tromba non funziona. NORMATIVA VIGENTE Riportiamo la normativa che regola gli “apparecchi di segnalazione sonora sulle unità da diporto”. Il DM 5/9/1990 n. 421 nell’allegato 2 indica le “caratteristiche tecniche per gli apparecchi di segnalazione acustica” previste per i “dispositivi sonori portatili”: a) Intensità del segnale. Il dispositivo sonoro portatile deve produrre un livello di pressione sonora di non meno di 100 db alla distanza di un metro dal dispositivo stesso. b) Costruzione. Il dispositivo sonoro portatile deve essere costruito con materiale resistente alla corrosione in ambiente marino. c) Detto dispositivo è ammesso in sostituzione della campana di cui alla regola 33 della Colreg 72 (per imbarcazioni da diporto di lunghezza compresa fra i 12 e i 50 m, n.d.r.). LE PROVE PRATICHE EFFETTUATE SULLE TRE TROMBE MARCO Le prove si sono svolte nella camera insonorizzata della ditta Marco presso la propria sede di Castenedolo (BS). Al riguardo facciamo presente che camere insonorizzate realizzate a norma, come quella utilizzata per le prove, sono quanto mai rare; l’altra si trova presso l’Istituto Galileo Ferraris di Torino. 1° Prova: intensità sonora. Abbiamo posto le tre trombe all’interno della camera insonorizzata, appoggiandola su un supporto posta ad un metro dal rilevatore d’intensità. Quindi, mentre un operatore azionava una tromba all’interno della camera insonorizzata perfettamente chiusa, l’altro operatore effettuava i rilevamenti presso gli strumenti, all’esterno. Tutte e tre le trombe hanno denunciato un valore pari a 115 db. 2° Prova: durata. Attenendoci alla regola n. 2 della Colreg 1972, abbiamo azionato una tromba emettendo una serie di suoni prolungati, ciascuno della durata di 4″, fino a quando l’intensità del suono ha raggiunto i 100 db per esaurimento del gas HFA. Va detto al riguardo che con l’uso non c’è un abbassamento progressivo di intensità sonora: questa resta pressoché costante, fin quando non cade in verticale per esaurimento del gas. Con la bombola contenente 300 ml abbiamo emesso 60 suoni da 4″ ciascuno per un totale di utilizzo pari a circa 240″. RIFLETTORE RADAR La prova in mare, che adesso descriviamo, ha comportato il reperimento di una barca munita di radar, il cui comandante fosse disponibile a collaborare. Dopo essere rimasti come suol dirsi in brache di tela per il mancato rispetto degli accordi precedentemente intercorsi con un operatore privato (ed è per questo che usciamo con tanto ritardo sulla rivista, rispetto a quanto annunciato, e ce ne scusiamo con i lettori), siamo approdati alla Capitaneria di Porto di Viareggio. La quale, previa autorizzazione dell’Ispettorato Generale delle CP, ci ha messo a disposizione una vedetta Classe 700, munita di radar. Ringraziamo quindi sentitamente il Comandante della CP di Viareggio, Cap. di Vascello Marco Brusco e il responsabile della sede distaccata operativa, Cap. di Corvetta Francesco Morotti, per la collaborazione e l’aiuto offertoci. Queste le caratteristiche del radar installato sulla vedetta della CP: Radar Sperry Marine SC – 1004/4/ED altezza del radar sull’acqua: circa m 3 banda x (3 cm lunghezza d’onda) portata max: mg 36 frequenza di trasmissione: 9410 (+/- 30 MHz) potenza: 75 W rotazione: +/- 2 23 RTM scala: da 0,125 a 0,25; da 0,5 a 0,75; 1,5; 3; 6/12; 36 rappresentazione PPI a rappresentazione relativa. La barca da rilevare sul radar era il catamarano Modulo 6: m 6,30×3,20, altezza max dello scafo sull’acqua m 0,70; albero in alluminio lunghezza m 9, misure cm 12 x 7; altezza dell’albero sull’acqua (tirante d’aria) m 9,70; altezza della crocetta sull’acqua m 5,50. La prova si è svolta così: una persona faceva ruotare lentamente in mare aperto il catamarano (bersaglio da rilevare) col motore al minimo, restando in un cerchio di una cinquantina di metri di diametro. Questo per evitare che diversità di posizione rispetto al radar comportassero anche differenti rilevamenti sullo schermo (ad esempio: di prua meglio o peggio che di fianco, ecc.). Intanto la vedetta si allontanava lentamente dal Modulo 6 fino ad un miglio di distanza, mentre alcuni operatori osservavano il monitor su diverse scale: mg 0,75, mg 1,5, mg 3, mg 6. Il primo percorso, di un miglio, lo abbiamo compiuto osservando la barca senza alcun riflettore radar, ma basandoci solo sul riflesso che offriva col semplice albero; diversi operatori hanno osservato i puntini di varia grandezza che si vedevano secondo le scale sopra indicate. La barca senza alcun riflettore radar era visibile perfettamente fino a 1 miglio di distanza (le prove si sono limitate a questa distanza max, perché più che sufficiente per evitare un eventuale abbordo in mare in caso di nebbia). Il secondo percorso, sempre di un miglio, lo abbiamo compiuto osservando sul monitor del radar, alle diverse scale, la barca con issato alla crocetta di dritta il riflettore classico, composto da quadrati di alluminio incassati fra di loro, misure cm 21,5×21,5. I diversi operatori non hanno apprezzato alcuna differenza di rilevazione sul monitor radar rispetto a prima, quando non c’era il riflettore. Per verifica, tramite VHF, abbiamo chiesto alla persona che si trovava sul Modulo 6 di ammainare il riflettore radar e metterlo sott’acqua (per toglierlo dalla vista). Anche così i diversi operatori non hanno apprezzato alcuna variazione dell’intensità luminosa (in pratica lo stesso puntino) sullo schermo radar. Tutto questo è avvenuto fino alla distanza di 1 miglio fra il bersaglio e il radar. Il terzo percorso, sempre di un miglio, lo abbiamo compiuto osservando sullo schermo radar, alle diverse scale, la barca con issato alla crocetta di dritta un riflettore particolare, cilindrico, lunghezza cm 57, diametro cm 5, peso g 380, composto da numerosi piccoli riflettori angolati a 45° e a 22,5°. Si tratta del Mobri Radar Reflector, modello S2, di costruzione danese, in vendita presso i Magazzini Osculati. Anche con riflettore speciale non si sono apprezzati miglioramenti rispetto alle precedenti osservazioni sullo schermo radar. Per verifica, lo abbiamo fatto ammainare e piazzare sotto la linea di galleggiamento, ed anche così non si notavano variazioni apprezzabili rispetto a quando era issato. Il risultato pratico delle prove ha quindi dimostrato che disponendo – come nel caso esaminato – di un albero in alluminio di m 9, l’avvistamento sullo schermo radar è equivalente a quando sono montati i due riflettori radar provati: la differenza con o senza riflettori non è praticamente apprezzabile dall’operatore. REGOLE PER PREVENIRE GLI ABBORDI IN MARE Estratto dalle Norme Internazionali per la Prevenzione degli Abbordi in Mare del 1972 (COLREG 1972) di cui alla legge 21/12/1977 n. 1085 in vigore dal gennaio 1988 Regola n. 1 – Applicazione Le presenti norme si applicano a tutte le navi in alto mare ed in tutte le acque con esso comunicanti accessibili alla navigazione marittima. Regola n. 2 – Responsabilità Nessuna delle presenti regole può esonerare una nave, il proprietario, il comandante o l’equipaggio stesso dalle conseguenze di qualsiasi negligenza nell’applicazione delle regole. Regola n. 32 – Definizioni «suono breve» designa un suono della durata di circa un secondo. «suono prolungato» designa un suono della durata da quattro a sei secondi Regola n. 33 – Apparecchiature per i segnali sonori Una nave di lunghezza uguale o superiore a 12 metri deve essere munita di un fischio e di una campana secondo le norme indicate nell’allegato III. Regola n. 34 – Segnali di manovra e di avvertimento Segnali in vista di un’altra nave: un suono breve «sto andando a dritta» due suoni brevi «sto andando a sinistra» tre suoni brevi «vado indietro con le macchine» due suoni prolungati e uno breve «ho intenzione di sorpassarvi dal lato dritto» due suoni prolungati e due brevi «ho intenzione di sorpassarvi dal lato sinistro» un suono prolungato, uno breve, un suono prolungato ed uno breve «sta bene per il sorpasso» cinque suoni brevi «ho dei dubbi in merito alla manovra» un suono prolungato «nave che si avvicina ad un gomito di canale» un suono prolungato «nave che risponde al precedente segnale» Regola n. 35 – Segnali sonori in condizioni di visibilità ridotta un suono prolungato ad intervalli (massimo 2 min.) «nave a propulsione meccanica in abbrivio» due suoni prolungati con intervallo di 2 secondi e ripetuti ogni 2 minuti «nave a propulsione meccanica in navigazione, con macchine ferme e senza abbrivio» un suono prolungato e due brevi ripetuti ad intervalli (massimo 2 min.) «nave che non governa o in difficoltà di manovra o che rimorchia o a vela» un suono prolungato e tre brevi ripetuti ad intervalli (massimo 2 min.) «ultima nave rimorchiata che suona in risposta alla nave rimorchiatrice» un suono breve, uno prolungato e uno breve «nave all’ancora segnala la propria posizione a nave che si avvicina con rischio di collisione» cinque secondi di suono continuo di campana ad intervalli di 1 minuto «nave all’ancora che segnala propria posizione» tre colpi di campana, rapido suono, tre colpi di campana «segnalazione di nave incagliata» quattro suoni brevi «nave pilota in servizio» Regola n. 36 – Segnali per attirare l’attenzione Se necessario, per attirare l’attenzione di un’altra unità, una nave può emettere dei segnali luminosi o sonori che non possono essere scambiati per qualche segnale autorizzato altrove in queste Regole. Regola n. 37 – Segnali di pericolo e bisogno di soccorso un suono continuo «pericolo e bisogno di soccorso». CONCLUDENDO Cercare di evitare la nebbia fitta, restando a margine dei banchi. Altrimenti procedere come abbiamo detto all’inizio. Abbondare con i suoni della tromba e ricordare che se abbiamo un bell’albero in alluminio saremo visti sullo schermo radar delle barche in avvicinamento, anche se non abbiamo alcun riflettore. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!