Insabbiamento: lavori ancora fermi

Avamposto siciliano verso l’Africa, Mazara del Vallo fu chiamata dai Fenici Mazar, che vuol dire la rocca, mentre “Vallo” deriverebbe dal termine arabo usato per definire le tre parti in cui si divideva la Sicilia dal punto di vista amministrativo (le altre due si chiamavano Val Demone e Val di Noto).

Il suo porto-canale si formò alla foce del fiume Mazaro, molto attivo fin dai tempi dei Fenici e dei Greci. In determinati periodi dell’anno, si verifica uno strano fenomeno, chiamato marrobbio, che consiste in un rapido e improvviso innalzamento del livello delle acque, con escursioni anche dell’ordine di un metro in pochi minuti.

Mazara, luogo di incontro tra popolazioni frontaliere, ha sviluppato nei secoli una cultura di confronto e di accoglienza che si conserva tuttora.

Basti pensare che, spesso, sulle imbarcazioni da pesca viaggiano e lavorano, fianco a fianco, siciliani e tunisini senza problemi di sorta. La stessa città di Mazara presenta molte testimonianze delle varie culture con cui entrò in contatto nei secoli.

L’attività peschereccia, una volta molto fiorente, viene tuttora praticata anche se con una certa difficoltà a causa dei molti vincoli imposti dalle normative europee.

Basti pensare che un nuovo peschereccio può essere costruito solo per sostituirne uno vecchio da rottamare, per non parlare delle tante restrizioni, riguardanti le zone di pesca e le dimensioni delle reti, non tutte realmente motivate da esigenze ecologiche.

Mazara del Vallo

Intervista al Sindaco di Mazara del Vallo

Abbiamo intervistato sull’argomento il sindaco Salvatore Quinci.

Il mare costituisce da sempre una risorsa importante per la città di Mazara del Vallo.

La popolazione mazarese, per la posizione della sua città, tutta rivolta al mare, tradizionalmente si dedica alle attività legate al mare, alla pesca e ai commerci.

Risulta perciò fondamentale disporre di un porto efficiente e adeguato alle attuali necessità.

Senza dubbio. Il porto canale del fiume Mazaro presenta una caratteristica quasi unica in Italia perché vi ormeggiano numerosi pescherecci, così come avviene anche a San Benedetto del Tronto, altra località italiana fornita di una flotta peschereccia di altura molto consistente.   

Sappiamo che da qualche anno il porto nuovo e il porto canale sono soggetti a un importante insabbiamento e perciò necessitano di un intervento. A che punto siamo con i lavori?

L’escavazione è interrotta da circa sei mesi. Per adesso i lavori sono fermi, ma non è affatto una situazione accettabile per la nostra città. Le sue attività economiche ne subiscono enormi danni.   

Come si è prodotta questa situazione?

Sono stati gli interventi di alcuni ambientalisti a bloccare un iter non solo urgente e indifferibile ma anche del tutto rispettoso delle norme volte alla protezione dell’ambiente.

Mazara del Vallo

 

Le iniziativa del Sindaco

Quali saranno le vostre azioni al riguardo?

Non potendo aspettare ulteriormente la conclusione di lavori che dovevano essere terminati già da tempo, la mia amministrazione si muoverà con una diffida nei confronti della Regione siciliana. Anzi, non soltanto di questa, ma anche del Commissario attuatore e della Procura

Il porto, infatti, è di competenza regionale, ma l’Ente su questo fronte è carente. Solo nel 2019, infatti, a seguito di alluvioni, iniziò i lavori di pulitura, in seguito interrotti, ma il Comune, tramite l’acquisto di una draga, ha voluto contribuire alle operazioni perché ogni anno si produce un insabbiamento di circa un metro che ne provoca la continua riduzione: un fenomeno che interessa anche spiagge vicine che necessitano di ripascimento.

Quali sono i maggiori problemi che al momento incontrano i pescherecci?

Quando risalgono il porto canale per raggiungere i cantieri navali, i pescherecci non riescono a navigare e spesso le loro eliche risultano danneggiate a causa di questa situazione.

Abbiamo raccolto anche le testimonianze del Presidente della Lega Navale di Mazara Giampiero Tilotta, che lamenta le condizioni del porto cittadino, le quali non solo ostacolano l’attività di pesca, ma anche altre legate al turismo e al diporto.  

Il porto di Mazara non ha più la profondità necessaria per accogliere imbarcazioni di grandi dimensioni, ma sappiamo che in questi anni si era provveduto all’escavazione e alla pulitura dei fondali. Poi che cosa è successo?

 Effettivamente gran parte dei lavori di escavazione e di ripascimento della costa erano ormai a buon punto. Purtroppo, però, alcuni interventi da parte degli ambientalisti li hanno bloccati: c’è stata, infatti, una denunzia, ma non mi sembra che fosse legittima perché i lavori venivano eseguiti nel rispetto delle norme esistenti. Ritengo, inoltre, che ci sono necessità che andrebbero anteposte rispetto a tutto il resto.  

D’altronde, l’attività di pesca d’altura a Mazara non è più fiorente come un tempo.

Proprio questa considerazione, però, dovrebbe portare ad una trasformazione economica delle attività portuali esistenti, trasformazione che dovrebbe essere diretta più verso lo yachting e il diporto nautico come già avviene in molte località italiane.

In pratica, invece, è accaduto tutto il contrario: ad esempio, ci potrebbero essere molti transiti, ma il basso fondale li impedisce, così è stato persino tolto il rifornimento in banchina.

Del resto, aumentare la profondità del bacino portuale non sarebbe affatto difficile: è sufficiente livellare il fondo senza neppure bisogno di scavare.” 

Ci sembra inoltre che, a parte le bellezze di Mazara, città unica nel suo genere per paesaggio, posizione geografica e monumenti storici, anche un fiume navigabile potrebbe costituire una grande attrattiva turistica.

Certamente e in parte lo è già: lungo il canale si può visitare il mercato del pesce e, in estate, passare da una sponda all’altra tramite una chiatta. La popolazione di Mazara del Vallo è vivace e socievole e, in più, ci sono tanti locali per la ristorazione e lo svago.