Che cos’è l'”ossigeno oscuro” scoperto nei fondali oceanici? di Nautica Editrice il 30 Ott 2024 Sommario NaturaFondaleAmbienteLe origini della vita? Natura Il fondale oceanico produce “ossigeno oscuro“, una scoperta sorprendente. Questo ossigeno è stato così ribattezzato perché si forma in assenza di luce, quindi senza la fotosintesi, grazie all’azione dei noduli polimetallici, che contengono una combinazione di minerali. Fondale L’ossigeno è essenziale per la vita sulla Terra, essendo apparso nell’atmosfera circa 2,5 miliardi di anni fa. Questo evento ha portato all’estinzione di molte forme di vita anaerobiche, per le quali l’ossigeno era tossico. Fino a ora, si credeva che l’ossigeno atmosferico fosse generato principalmente da organismi fotosintetici, come piante e alghe. Tuttavia, un nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience sfida questa concezione. Un team della Northwestern University ha scoperto rocce sul fondale oceanico capaci di produrre ossigeno anche in assenza di luce, introducendo così il concetto di “ossigeno oscuro”. Ambiente La scoperta di questo “ossigeno oscuro”, prodotto in luoghi privi di luce solare e quindi senza fotosintesi, è avvenuta quasi per caso, richiedendo dieci anni di ricerca per essere approfondita. Durante un’esplorazione dei fondali sottomarini della zona di Clarion-Clipperton, nel Pacifico, i ricercatori notarono la presenza di ossigeno nei campioni prelevati. Inizialmente, pensavano si trattasse di un errore tecnico, ma analisi successive confermarono la presenza reale di ossigeno nei noduli polimetallici, composti da vari minerali. Le origini della vita? Ma come possono queste rocce sottomarine produrre ossigeno? La risposta risiede nell’acqua. I noduli contengono metalli come nickel, cobalto e manganese, utilizzati nella produzione di batterie. Quando immersi in acqua marina, questi noduli generano una corrente elettrica. Anche se un singolo nodulo produce poca corrente, quando più rocce sono vicine, possono lavorare “in serie” e amplificare la produzione elettrica. Questa corrente contribuisce alla dissociazione dell’acqua, liberando ossigeno. Pertanto, si ipotizza che la vita possa essere emersa non in superficie, grazie alla luce del sole, ma sul fondo degli oceani, alimentata da queste rocce elettriche. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!
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