In una calda mattinata di metà luglio, il traghetto Europa Palace di Grimaldi Lines sta salpando dal porto di Palermo in direzione Cagliari. La nave è piena di turisti e residenti nelle isole, ma in plancia di comando, insieme al comandante e al personale di bordo, ci sono degli osservatori speciali. Hanno binocoli, fotocamere, strumenti digitali, schede, carta e penna. Gli occhi sono puntati davanti alla prua, a dritta e a sinistra, sotto bordo e verso il largo. Il mare è calmo, o leggermente increspato. Per ore e ore, finchè c’è luce, i ricercati speciali in superficie sono cetacei e tartarughe marine.

osservazione cetacei
foto Triton Research

Ma anche le brutture che la civiltà umana produce e abbandona ai flutti, ovvero rifiuti e detriti vari, oltre all’intensità del traffico marittimo. Ogni target avvistato, verrà immortalato su file digitale e descritto sulle tabelle di rilevamento da parte delle biologhe dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara – Villasimius e dai volontari di citizen science appositamente arruolati allo scopo.

All’arrivo a Cagliari, in serata, le protagoniste assolute della traversata sono state le tartarughe marine specie Caretta caretta (oltre 40 avvistamenti), ma anche tursiopi, stenelle striate e altre specie, come pesci luna e piccoli pesci spada. Incoraggiante il numero relativamente limitato (considerando la lunghezza del percorso) di rifiuti e oggetti in plastica visti galleggiare in superficie.

La tratta Cagliari – Palermo è una delle 17 riguardanti traghetti di linea che, nel mar Mediterraneo centro – occidentale, hanno aderito al progetto internazionale LIFE Conceptu Maris 2022-2025, coordinato da Ispra insieme all’Area Marina Protetta di Capo Carbonara – Villasimius, l’istituto Eco Océan, le fondazioni CIMA (Centro Internazionale Monitoraggio Ambientale) e CMCC (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici), Stazione Zoologica Anton Dohrn, Triton Research e le Università di Milano Bicocca, Palermo, Torino e Valencia.

zona di osservazione

L’osservazione

Attraverso l’osservazione diretta e campionamenti in mare, il progetto punta a conoscere meglio la distribuzione delle specie più diffuse di cetacei e tartarughe marine, insieme agli effetti negativi su di essi generati dalle attività umane, per mettere a punto strategie di conservazione efficaci a tutela della fauna marina.  

L’anno scorso, dalle uscite sui traghetti sono emersi 2453 avvistamenti, con in testa le tartarughe marine specie Caretta caretta (1462), seguite da stenelle striate (1118), balenottere comuni (890), tursiopi (290), capodogli (61) e circa 140 tra grampi, zifii, globicefali e delfini comuni, oltre a un raro avvistamento di balenottera minore.

Il progetto

Nel 2024 il progetto è stato avviato a maggio, a bordo di navi di 6 compagnie di navigazione (Grimaldi Lines, Minoan Lines, Corsica e Sardinia Ferries, Tirrenia, Balearia e Grandi Navi Veloci) nel mar Ligure, Tirreno, Adriatico e Ionio fino allo stretto di Gibilterra. Attraversando aree “hot spot”, come il Santuario Pelagos (tra Principato di Monaco, Liguria, Toscana, Corsica e Sardegna) e il Corridoio spagnolo di migrazione dei cetacei (tra le Baleari e la costa iberica), note per la presenza rilevante di grandi mammiferi marini.

“Oltre all’osservazione diretta, il progetto si occupa anche di incrementare le conoscenze sull’ambiente marino in termini di minacce come l’inquinamento da plastiche, gli attrezzi da pesca abbandonati e il traffico marittimo che può impattare direttamente sui singoli esemplari, accoppiando ricerca tradizionale e nuove tecnologie”, hanno dichiarato i ricercatori di Conceptu Maris.

Emblematica, in proposito, la foto di una balenottera con evidenti ferite di eliche sul dorso, da cui l’esigenza di conoscere meglio le zone frequentate dai grandi leviatani per evitare che le loro rotte e quelle dei traghetti si intersechino drammaticamente, limitando i rischi di collisione anche riducendo la velocità.

Chi, munito di passione per l’argomento e buona volontà, intende partecipare a queste spedizioni deve farne richiesta candidandosi, per poi seguire un corso di formazione online pre-imbarco, in cui viene illustrato il protocollo di monitoraggio visivo e i metodi di identificazione delle specie, utilizzando termini e immagini semplici e intuitive, adatti a persone prive di un background scientifico. I cittadini hanno così contribuito ad oltre 800 avvistamenti di tartarughe marine e più di 1700 di cetacei, in quasi 33.000 miglia di navigazione. La maggior parte con età compresa fra i 18 (età minima per partecipare) e i 29 anni, provenienti da 13 Paesi diversi (in prevalenza Italia).

Sono previsti corsi di formazione anche per il personale operativo in plancia di comando, volti alla corretta osservazione delle specie e alla riduzione del rischio di collisione con i cetacei. 

balenottera
Foto di Cima Foundation

I sensori

Dal punto di vista tecnico, vengono in aiuto l’impiego di sensori a scafo installati sui traghetti e la nuova tecnica di campionamento biologico eDNA (DNA ambientale) che si basa sul prelievo di campioni d’acqua per rilevare microscopiche tracce biologiche lasciate dagli animali di passaggio. Le successive analisi in laboratorio, confrontando i campioni di DNA estratti dal mare con quelli presenti nei database scientifici, confermeranno o meno le singole specie avvistate durante le osservazioni.

A scopo promozionale e divulgativo, oltre a conferenze e presentazioni internazionali, i responsabili di progetto hanno istituito il concorso fotografico “Profondo Blu” che, giunto alla terza edizione, si propone di raccogliere i migliori scatti di chi si spinge in mare aperto per incontrare e immortalare balene, delfini e tartarughe.

La validità di Conceptu Maris è stata poi suggellata dal “Classic Blue”, vinto nell’ambito del Make EU Blue Awards 2024, un concorso promosso dalla coalizione EU4Ocean per favorire la ocean literacy in Europa, ovvero la conoscenza degli oceani e l’importanza della loro salvaguardia. Particolarmente gradito è stato il corso di e-learning completo per gli equipaggi delle compagnie di navigazione, che illustra le insidie del traffico marittimo per i cetacei.