Le comodità offerte da un impianto di stabilizzazione nautica sono sempre più diffuse e richieste, a tutto beneficio di un settore dove la concorrenza è limitata ma dove l’alto livello del target impone prodotti di assoluta qualità.

Ci vogliono sicuramente molto coraggio e molta fantasia, ma quando le idee sono precise, la competenza non manca e la determinazione diventa una linea guida, i risultati arrivano. Come dire che da una semplice idea si può arrivare ad essere un’eccellenza mondiale in un settore – quello della stabilizzazione – che, seppur di nicchia, è oggi diventato un must per una grande fetta del mercato nautico.

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La storia

Questa, in estrema sintesi, la storia di CMC Marine, azienda nata a Como nel 2005 da una geniale intuizione di Alessandro Campiello, affiancato poi dal figlio Pietro, sviluppatasi con un’approfondita ricerca tecnologica mirata al costante miglioramento del prodotto.

Nasce da questi presupposti il lancio nel 2008 di Stabilis Electra, primo sistema al mondo di stabilizzazione per grandi yacht azionato elettricamente, un’innovazione che ha riscosso un immediato successo, seguito poi da altri prodotti mirati a creare un sistema integrato grazie al   software di controllo Dia-Log, alla gestione controllata di una timoneria integrata e ai vari modelli di bow-thruster.

Il tutto realizzato con una maniacale attenzione alla qualità e con la garanzia di un’assistenza qualificata disponibile H24 a livello internazionale, laddove internazionale non è un modo di dire in quanto testimonia l’espansione dell’azienda che, pur avendo mantenuto la principale sede produttiva a Pisa con una sede commerciale anche a Milano e un nuovo stabilimento produttivo a Salerno, ha oggi una sede operativa per il nord Europa a Poole, in Inghilterra, e un’altra in Florida, negli Stati Uniti.

Senza trascurare la vasta rete dei Service Center che vanno dalla Spagna alla Turchia, da Malta alla Francia, dagli Stati Uniti a Taiwan.

La produzione

La linea produttiva di CMC Marine è suddivisa in tre principali settori, ma gli stabilizzatori a pinna restano il core business dell’azienda e con i sistemi Waveless Stab e Stabilis Electra sono disponibili per imbarcazioni dislocanti e  plananti, da 12 fino a oltre 80 metri.

La linea delle timonerie elettriche è invece dedicata ai superyacht da 22 a 80 metri, mentre Dualis Electra è la gamma delle eliche di prua (o di poppa), e il tutto può essere coordinato dal software Dia-Log gestibile dal display posizionato sulla plancia di guida.

Senza contare il recente accordo concluso con Furuno, azienda leader nell’elettronica di navigazione, che consentirà di monitorare e gestire tutte le funzioni dei sistemi operativi CMC dai display dell’azienda giapponese della serie NavNet TZtouch3.

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Pietro Cappiello, vicepresidente CMC Marine

L’intervista

Con Pietro Cappiello, Vice Presidente di CMC Marine, abbiamo approfondito alcune delle tematiche più interessanti e meno conosciute nel campo della stabilizzazione.

Le comodità offerte da un impianto di stabilizzazione sono sempre più diffuse e richieste. Su quali fasce dimensionali siete in grado di intervenire?

Grazie a un attento sviluppo della produzione, CMC Marine è oggi in grado di coprire tutte le varie fasce di mercato a partire dai 42 piedi. Nel caso specifico mi riferisco a un trawler Beneteau che è stato l’imbarcazione più piccola su cui sono state montate le nostre pinne stabilizzatrici. All’estremo opposto arriviamo fino a megayacht di oltre 80 metri. Fra l’altro questa flessibilità di offerta ci consente di sostenere eventuali variabilità del mercato. Stiamo comunque investendo molto anche nello sviluppo di un prodotto adatto alle fasce più basse del nostro specifico mercato – intendo barche di 13-15 metri – in quanto è un settore in cui si sente l’esigenza di un efficiente stabilizzazione ma manca ancora un prodotto soddisfacente: compatto, semplice, efficiente. Abbiamo concentrato molte forze nella progettazione e realizzazione di un prodotto con queste caratteristiche e la risposta del mercato è stata tanto positiva da averci messo in difficoltà per adeguare il ritmo di produzione alle richieste, spingendoci ad aprire un nuovo stabilimento a Salerno.

Su quale tipologia di scafi e di carene possono essere montati i vostri sistemi di stabilizzazione?

Le nostre pinne stabilizzatrici sono realizzate in vetroresina e possono essere montate su scafi di qualunque materiale, dalla vetroresina stessa al legno, dall’acciaio all’alluminio e, se l’esigenza dell’armatore lo richiede, possono essere montate anche su scafi in grado di superare i 30 nodi, in quanto sono disegnate con un profilo neutro che ha un effetto minimo sulla velocità, ma con un peso nettamente inferiore a quello di un giroscopio, oltre al vantaggio di un maggiore effetto stabilizzante.

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Le prestazioni

A tale proposito, quali sono le principali differenze di prestazioni tra un sistema di stabilizzazione giroscopico e uno a pinne? Quali i relativi consumi energetici?

La differenza più evidente è che, mentre il giroscopio necessita di un tempo tecnico per generare la sua azione stabilizzatrice, le pinne – che lavorano con un motore elettrico – hanno una risposta immediata.

I due sistemi sono tuttavia integrabili, tanto che dallo scorso anno abbiamo intrapreso una collaborazione con la Gyro Marine, uno dei maggiori produttori di giroscopi per grandi yacht e per la nautica professionale. Per entrambi i sistemi il livello di consumo energetico è molto basso, comunque del tutto trascurabile nel caso di un grande yacht. Semmai c’è da dire che il giroscopio richiede molta energia per attivarsi, anche se poi, una volta a regime, il suo consumo risulta inferiore rispetto a quello delle pinne.

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Piero Cappiello al Superyacht Technology Show 2024 di Barcellona

Quali possono essere gli eventuali problemi di montaggio delle vostre pinne su una barca nuova o nel caso di un refitting?

Quando abbiamo la richiesta di un impianto, chiediamo inizialmente una scheda tecnica della barca in base alla quale, con un nostro simulatore, siamo in grado di progettare una specifica superficie di pala con tutti i relativi accessori meccanici. 

Anche nel megayachting, infatti, l’attuale tendenza è quella di soddisfare soprattutto la richiesta di spazio e comodità, con inusuali sviluppi in altezza, conseguente innalzamento del baricentro e, perciò, aumento del rollio con la barca alla fonda, talvolta anche a spese dell’efficienza di navigazione. Il che porta all’esigenza di un sistema di stabilizzazione anche su barche che, per le loro dimensioni, potrebbero non averne bisogno.

Nei nostri sistemi l’ingombro all’interno dello scafo è molto limitato: le pinne rimangono sempre all’interno della sagoma dello scafo e, nel caso delle Stab, la nostra serie più piccola, il loro motore arriva a circa 25 centimetri dal bordo esterno dell’imbarcazione. Ovviamente in fase di progettazione si possono studiare soluzioni personalizzate per adeguare il sistema alle esigenze del progetto.

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Un reparto CMC nel quale si può apprezzare la cura artigianale

Che tipo di danno può subire una pinna stabilizzatrice e quali sono le eventuali possibilità di assistenza?

Tendenzialmente possono accadere tre cose. Un black out elettrico a causa del  quale la pinna non ha più alimentazione e quindi resta ferma: in questo caso, basta smontare il motore inserire un’apposita manovella e posizionare la pinna nella posizione più favorevole in attesa che si ripristini l’alimentazione.

Un secondo problema potrebbe essere quello di sbattere contro una roccia o contro un oggetto galleggiante di notevole peso, come potrebbe essere un grosso tronco o un bidone vuoto di carburante.

A seconda della situazione, l’urto potrebbe essere assorbito senza problemi, oppure causare una rottura della parte in vetroresina che può essere riparata con facilità; un urto veramente violento potrebbe anche danneggiare la parte meccanica e, in questo caso, la barca va tirata in secco. Qui entra in azione la nostra assistenza, presente H24 anche nella stagione estiva. In ogni caso non ci sono possibilità che si danneggi lo scafo con eventuali entrate d’acqua.

Modalità consegna

Quali sono i tempi di consegna dei vostri sistemi e quali consigli date a chi si occupa del montaggio?

Per barche intorno agli 80-90 piedi, per avere il prodotto consegnato sono necessari 2 o 3 mesi e il montaggio è poi a carico del cantiere. Per il posizionamento consigliamo sempre di montare le pinne vicino al centro di massa dell’imbarcazione, anche se a volte ci sono difficoltà per assecondare le esigenze dell’architetto in merito all’articolazione degli interni.

Da notare che in molte situazioni in cui il posizionamento potrebbe apparire improponibile, come nel caso di una stretta vicinanza alle cabine, il livello di decibel decisamente basso dei nostri meccanismi facilita l’installazione.

Oltre a essere un’azienda in buona salute, la CMC Marine ha già messo in bacheca numerosi riconoscimenti a livello internazionale, dimostrando in questi ultimi anni un costante trend di crescita. Possiamo provare a quantificarlo?

Difficile immaginare un trend di crescita in Italia dato che la maggior parte dei cantieri nazionali sono già nostri clienti, tanto che siamo praticamente al limite del monopolio. Abbiamo però un buon trend di crescita anche a livello internazionale soprattutto nel Nord Europa e in Turchia, mentre stiamo investendo molto per crescere anche negli Stati Uniti, dove abbiamo già una sede commerciale. In ogni caso il nostro storico parla di oltre 2500 imbarcazioni naviganti con i nostri sistemi di stabilizzazione, pertanto possiamo ritenerci soddisfatti.