Route du Rhum: Beccaria secondo a metà gara
Nonostante l’interminabile bolina della prima metà della regata e i quattro fronti freddi che hanno decimato la flotta, Beccaria al momento è in seconda posizione e naviga a vista nel raggio di poche miglia con Corentin Douguet e Simon Koster, rispettivamente terzo e quarto.
Mentre gli altri navigatori sono a caccia dell’aliseo in mezzo all’Atlantico, Charles Caudrelier ha tagliato il traguardo lo scorso 16 novembre, vincendo in tempi record la Route Du Rhum 2022.
18 novembre 2002 – Mantenendosi sin dall’inizio della regata in testa alla flotta dei Class40, Ambrogio Beccaria è costantemente all’attacco, né le avarie alle vele né quelle ai sensori in testa d’albero hanno interrotto il suo percorso. “Alla Grande – Pirelli”, il suo Class40 disegnato e costruito interamente in Italia, sta tenendo fede al suo nome benaugurante, rivelandosi all’altezza di questa durissima prova chiamata Route du Rhum e posizionandosi al momento in seconda posizione fra i Class40.
“Questa prima settimana di Route du Rhum è stata un’enorme sorpresa”, commenta Ambrogio Beccaria a bordo di “Alla Grande – Pirelli”, da oggi ufficialmente a caccia dell’aliseo. “Affrontare le tempeste nel mezzo dell’oceano Atlantico è una sfida del tutto nuova per me. Ti senti veramente minuscolo e l’unica cosa che cerchi di fare è uscire il prima possibile da questo inferno. È un modo di navigare abbastanza diverso da come sono abituato: di solito punto a fare rotte all’insegna della velocità, mentre qui è tutto basato sulla sopravvivenza. Ora capisco il mio allenatore quando diceva che il mio obiettivo era arrivare negli alisei con la barca intatta e lo skipper pure.
Sono sorpreso dal razzo che hanno disegnato Gianluca Guelfi e Fabio D’Angeli. La barca, nonostante non sia al 100 {2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8} per l’assenza di timone a vento, è velocissima in tutte le andature. La vita a bordo di “Alla Grande – Pirelli”, invece, può essere migliorata. Sto rimpiangendo alcune scelte fatte da estremista della vela: ho sacrificato il comfort dello skipper, pensando unicamente a posizionare nel migliore dei modi il centro di gravità della barca.
Se siamo a metà in termini di tempo non lo siamo in termini di piacere di navigare. Le “surfate indiavolate” ci faranno volare solo negli ultimi giorni. Adesso è il momento di tenere duro e rimanere concentrati. Rilassarsi e pensare di essere arrivati sarebbe un errore fatale. Sembra che sarà una seconda fase di regata senza tante sorprese con una rotta abbastanza lineare, ma alla Route du Rhum non c’è nulla di sicuro. Quindi mi dico: nervi saldi e testa limpida che può succedere ancora di tutto!”.
È stata definita “l’edizione dei record” e si conferma tale: lo dimostra il tempo record con cui Charles Caudrelier, a bordo del suo “Maxi Edmond de Rothschild”, ha tagliato il traguardo al largo di Pointe-à-Pitre, alle 05:02:05 (ora locale) del 16 novembre. Il francese ha vinto la Route Du Rhum 2022 dopo soli 6 giorni, 19 ore, 47 minuti e 25 secondi di navigazione, battendo il precedente primato di Francis Joyon del 2018. Delle 138 barche in partenza, ne sono rimaste al momento 116. Tra i 22 ritirati: un incendio a bordo, una barca affondata e tre disalberate, due ribaltamenti e diversi salvataggi.
Il record riguarda anche la presenza di ben 4 italiani. Les italiens, così ormai denominati, avanzano a testa alta: oltre al secondo posto di Ambrogio Beccaria, tra i Class40 c’è anche Alberto Bona, attualmente in quinta posizione, e Andrea Fornaro, ripartito dopo breve un pit stop alle Azzorre. Giancarlo Pedote, tra gli Imoca, è in ventiquattresima posizione.
Quella dei Class40 (che da 55 sono rimasti a oggi in 46) è forse la corsa più bella nella Route du Rhum, una regata nella regata: le prime dieci barche hanno navigato a vista e a velocità spesso sorprendenti, distanti per alcuni tratti solo una ventina di miglia l’una dall’altra.
UNA SFIDA SOSTENIBILE
“A oggi ho percorso 1613 miglia”, prosegue Ambrogio Beccaria, “un dato importante non soltanto ai fini agonistici, ma perché saranno altrettanti i chilogrammi di plastica che verranno raccolti grazie all’iniziativa More Miles Less Plastic ideata da One Ocean Foundation, di cui sono Ambassador. In questo modo, con la mia Route du Rhum, posso dare un contributo anche in termini di sostenibilità”.