OSEA D, semplicemente perché? di Redazione Nautica il 30 Giu 2021 Perché nella nautica alle “visioni” dei designer più o meno ispirati viene data grande visibilità anche quando alla stessa “visione” mancano i presupposti più elementari? Tanto più quando l’oggetto che si sta immaginando, nel nostro caso una barca, è un oggetto che non solo deve galleggiare ma anche, fatto per nulla secondario e trascurabile, navigare, ovvero riuscire a muoversi da A a B in sicurezza ed efficienza. E, perché sul web, e spesso anche sulle riviste specializzate, circolano tante “visioni” di oggetti che, certamente sono in grado di galleggiare, ma che è davvero difficile immaginare riescano anche a navigare, ovvero essere delle vere barche nell’accezione esposta sopra? Alla fine, poi, uno non ce la fa più a vedere oggetti (chiamarle barche non si può, davvero!) come questo concept OseaD del designer di Hong Kong Michael Young fare il giro del mondo rimbalzando sui siti internazionali che parlano di nautica, e non solo, e non dire nulla! Si tratta di un concept con il quale Young immagina una imbarcazione per il trasporto di passeggeri, elettrica e modulare in modo che la barca possa essere facilmente aumentata o ridotta nelle sue dimensioni per aumentare o diminuire la capienza. E come? Chi lo sa!! D’altronde la modularità, secondo Young, è un aspetto talmente banale che può essere bellamente trascurato. Su una barca, poi! Leggi tutto l'articolo Abbonati Questo articolo è disponibile solo per gli abbonati. Questo articolo ti è piaciuto? Condividilo!