Sia le nostre statistiche che quelle stilate dalla O.M.S. (Organizzazione Mondiale della Sanità) collocano purtroppo gli infortuni al primo posto della classifica delle patologie riscontrabili a bordo. Ritengo pertanto sia doveroso iniziare la trattazione di questo argomento con una serie di raccomandazioni di carattere generale che, per quanto possano sembrare scontate o addirittura superflue, è pur sempre utile ribadire:

  • non lasciare mai i bambini soli in barca, senza un adulto che li controlli;
  • almeno durante la navigazione i bambini dovrebbero sempre indossare i giubbotti salvagente e, se sono in coperta fuori dal pozzetto e liberi di muoversi sulla barca, ricordarsi di assicurarli alla battagliola mediante una cima di salvataggio;
  • tenere sempre i bambini lontani dalle sorgenti di calore, siano esse fuochi vivi o parti di motore momentaneamente scoperte;
  • in barca muoversi sempre indossando un paio di scarpe, possibilmente chiuse, con suola di gomma (scarpe da ginnastica di tela se non si hanno le apposite scarpe da barca), onde evitare, visto che ci si muove in spazi ristretti, di andare a sbattere con le dita dei piedi contro spigoli od ostacoli sporgenti;
  • durante le manovre in cima d’albero ricordarsi sempre di assicurarsi allo stesso mediante una cima di salvataggio.
  • durante le esposizioni prolungate al sole indossare sempre un copricapo oppure bagnarsi frequentemente la testa. Specie durante i primi giorni di esposizione al sole proteggere la pelle con filtri solari ad alto indice di protezione, ricordando che in barca il sole è “più forte” per via del riverbero dell’acqua, ma che la brezza di mare, specie in navigazione, fa sembrare che il sole “non scotti”. In aggiunta, i bambini, nei primi giorni dovrebbero essere ulteriormente protetti con magliette a maniche corte;
  • in caso di navigazione notturna indossare sempre il giubbotto salvagente e, se ci si deve muovere sul ponte, legarsi alla battagliola con una cima di salvataggio. Inoltre, sarebbe opportuno che i turni di guardia fossero non superiori alle 2-4 ore e venissero svolti sempre da 2 persone contemporaneamente.

Ustioni

Terminate le raccomandazioni basilari, cominciamo a parlare di quel vasto capitolo dei traumi costituito dalle USTIONI, che vengono classificate in 1°, 2°, e 3° grado. Come prima cosa bisogna allontanare il paziente dalla fonte di calore, togliere di dosso tutti quegli oggetti che possono continuare a bruciare senza fiamma evidente (cinte, oggetti metallici o di gomma, tessuti sintetici) e trasportarlo in un ambiente protetto, non esposto agli agenti atmosferici. A questo punto, se necessario, togliere completamente gli indumenti di dosso e procedere all’esame clinico e al trattamento igienico e farmacologico delle zone colpite. Al fine di una corretta valutazione delle ustioni è necessario calcolare approssimativamente la percentuale di superficie ustionata, ricorrendo alla “regola del 9”: testa, volto e collo 9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, torace e addome 9+9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, schiena e glutei 9+9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, arto superiore 9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, coscia 9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}, gamba e piede 9{2e3577d2bd6aebaa150c85c33fcd353783f1aa6c690283591e00ef60b3336fc8}.Le ustioni di 1° grado sono caratterizzate dal solo arrossamento della cute, che si presenta gonfia e dolente con sensazione di bruciore, e sono in genere provocate o dalla prolungata esposizione ai raggi del sole o dal fugace contatto con superfici arroventate, quali possono essere coperture del motore, tubi di scappamento ecc. Per il trattamento delle ustioni di 1° grado basta inizialmente lavarle delicatamente con acqua fredda corrente e sapone o con soluzione sterile per portare via eventuali residui sporchi, quindi applicare una pomata antiustioni (vedi cassetta di bordo: SOFARGEN), ricoprire con garza sterile e fasciare. Sopra applicare a intervalli la borsa del ghiaccio. La medicazione va rinnovata ogni 48 ore. In mancanza di pomate antiustioni, ricopritele con 1-2 strati di garza grassa che andrà a sua volta ricoperta di garza sterile prima di applicare il ghiaccio.

Le ustioni di 2° grado sono invece caratterizzate dalla presenza di bolle (FLITTENE) ripiene di liquido color giallo chiaro. In questi casi si raccomanda di non rompere le bolle, onde evitare la dispersione di liquidi (siero) dell’organismo. Qualora le bolle dovessero rompersi spontaneamente è opportuno procedere alla rimozione dei lembi di cute morta tagliandola con la punta di una forbice sterilizzata. Il trattamento è sostanzialmente uguale a quello delle ustioni di 1° grado; in questo caso è necessario iniziare anche la somministrazione di un antibiotico, onde prevenire eventuali infezioni. Inoltre, il paziente deve incrementare l’apporto idrico ad almeno tre litri di liquidi al dì, per sopperire alle perdite che si verificano attraverso le superfici ustionate ormai prive del rivestimento cutaneo.

Nelle ustioni di 3° grado, infine, la cute ha l’aspetto di una pergamena marrone scuro, solcata da strie nerastre (vasi sanguigni trombizzati), non dolente alla palpazione per la distruzione delle terminazioni nervose. In questi casi si può arrivare alla carbonizzazione dei tessuti. Il trattamento generale e locale ricalca quello delle ustioni di 2° grado.

In tutti i casi suesposti quanto più estesa è l’ustione, tanto più gravi sono le condizioni del paziente. È necessario pertanto monitorare i parametri vitali (temperatura, polso, pressione arteriosa, colore e quantità delle urine emesse). Possono essere presenti iniziali segni di shock che andranno trattati con opportuna terapia medica infusionale. Raccomandiamo di non cospargere le ustioni con polveri antibiotiche, olio o altre sostanze e di contattare appena possibile il C.I.R.M.

Folgorazione elettrica

Passiamo al trattamento della FOLGORAZIONE ELETTRICA: in prima istanza bisogna stabilire quale tipo di corrente ha causato l’incidente, la sua intensità, se vi era un interruttore “salvavita” e se la persona era asciutta o bagnata. È stata colpita da un fulmine? E stata trovata cosciente o incosciente? Come prima cosa bisogna interrompere il contatto tra persona e sorgente elettrica; indi liberare le vie aeree, controllare la presenza delle pulsazioni cardiache facendo attenzione se sono ritmiche o no. In assenza di battito cardiaco, iniziare la rianimazione cardio-respiratoria. Subito dopo controllare le condizioni generali, se il paziente è confuso o addirittura soporoso, se presenta disturbi di memoria, se vi è paralisi o deficit di forza in un distretto corporeo, se vi sono ustioni nei punti di contatto con i cavi elettrici o con il metallo. Trasferire quindi immediatamente il paziente in ambiente idoneo alla medicazione e tenerlo sotto sorveglianza continua; somministrare abbondanti liquidi, anche per infusione endovenosa e trattare le eventuali superfici ustionate o le ferite. Se il paziente ha perso conoscenza o avverte senso di svenimento sollevare le gambe a 45° dal piano del letto, quindi contattare immediatamente il C.I.R.M. per ottenere ulteriori istruzioni sul trattamento farmacologico.

Colpi di sole o di calore

Concludiamo analizzando il COLPO DI SOLE o di CALORE: per quanto tempo è stato esposto? Qual era la temperatura ambiente? È stato esposto direttamente ai raggi del sole? Durante l’esposizione ha bevuto acqua o altri liquidi? Trasferite immediatamente il paziente in un ambiente fresco e ben ventilato, mantenendolo seduto o disteso a seconda delle condizioni generali. Spogliatelo e verificate se la cute è arrossata, sudata o secca, se presenta bolle o vescicole. Misurate la temperatura ascellare e rettale, la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca, controllando se è ritmica o aritmica, la frequenza respiratoria. Controllate se il paziente è confuso o soporoso, se risponde correttamente alle domande, se presenta deficit di memoria. Chiedete se ha sete intensa, se ha mal di testa, bruciore agli occhi, bruciore o acidità di stomaco. Se il paziente può stare in piedi, fategli fare alcuni passi avanti e indietro per controllare se mantiene l’equilibrio o se tende a cadere e se ha vertigini. Ripetete le stesse prove facendogli tenere gli occhi chiusi. Continueremo la trattazione dell’argomento nel numero di Aprile.